La storia

Vicende storiche di Palagianello

Casale abitato detto Palasano sito in terra d’Otranto juxta lo territorio di Castellaneta, di Motula et Palasanello…
 
Questa notizia tratta dal trasunto di investitura del Casale di Palagiano a Giacomo Protonobilissimo alias Facciapecora, donato dal re Ferrante nel dicembre 1463, è la prima testimonianza in cui compare il toponimo di Palagianello.
Una notizia indiretta, ancora più antica, ci viene data dalla documentazione esibita dinanzi alla Suprema Commissione Feudale nel 1810 per provare l’esistenza di Palagianello, dove tra le varie carte v’era una datata 1421 dove si evidenziava che a quel tempo era pheudo antiquo et inhabitato.
Di recente sulla scorta di una memoria del procuratore della Badia di Cava dei Tirreni, Prospero Gambardella (a. 1548), a proposito delle controversie sorte tra il monastero di Cava e il barone Tiberio Domini Roberti, signore di Palagianello per il possesso della chiesa di santa Maria di Lenne, attualmente nel territorio di Palagiano, nella quale v’è la seguente espressione Se pone como li casali al presente si Chiama Palascianello, antiquo si domandava Palisciano vecchio, come consta a quilli ne hanno notizia, Roberto Palmisano ha ritenuto di individuare il primo nucleo demico di Palagianello con la Palaianum bizantina e normanno sveva.
Per Cosimo Damiano Fonseca, Palagianello è “un emblematico esempio di quella facies rupestre che caratterizza l’intero arco jonico: la continuità della vita in grotta dalla preistoria al Basso Medioevo, l’incontro fecondo tra gli stilemi storico – artistici di Bisanzio e quelli germinati su un humus locale di antiche tradizioni, la continuità tra habitat rupestre e impianti subdiali che trovano nel severo castello un nuovo punto di aggregazione demica e di convergenza urbanistica”.
L’abitato rupestre con le sue chiese scavato nella calcarenite, in gran parte concentrato sullo spalto est della gravina, è la documentazione storico – archeologico ed artistica di un nucleo demico con una economia a prevalenza agricolo – pastorale ben organizzato fin dall’alto medioevo.
L’ideazione e la realizzazione dell’insediamento rupestre di Palagianello, con le sue case – grotte distribuite su cinque – sei piani a vari livelli, per la presenza di scale, strade, ovili per il ricovero degli animali, orti sistemati a terrazze, canali, cisterne per la raccolta delle acque, denota una precisa e cosciente struttura urbana simile ad un borgo medioevale disposto su un crinale in pendio di una collina.
L’abitato grottale di Palagianello, non ha subito il declino e l’abbandono degli insediamenti rupestri rurali nel XIV secolo, ma è tra quei villaggi rupestri sui quali si sono inserite le strutture dell’architettura spontanea, come a Matera, Vinosa, Laterza, Castellaneta, Massacra, Cristiano, Grottaglie.
Il vivere in domus – grupta è un modello di vita che continuerà anche in età post medioevale, come si desume dalle fonti archivistiche per i secoli XV e XVI, in particolar modo dai protocolli notarili o dalle più numerose e dettagliate informazioni desunte dalle fonti archivistiche secentesche e settecentesche, quali i catasti antichi e i catasti onciari, le platee dei conventi e dei monasteri soppressi, le scritture delle università e dei feudi di Terra d’Otranto, oltre ai protocolli notarili e alle visite pastorali dei vescovi.
In particolare per il casale di Palagianello sappiamo dall’apprezzo del 1 settembre del 1676 redatto dal Regio ingegnere Luise Nauclerio, che gli abitanti vivevano in case coverte a canonizzo o in grotte cavate nel tufo, quest’ultime adibite, anche per le esigenze di un casale ad economia prevalentemente agricolo – pastorale, ad ovili, a deposito di olio e di vino.
In riferimento ai luoghi di culto non abbiamo tracce di chiese sub divo di età medioevale, mentre sono presenti nove chiese rupestri le cui testimonianze iconografiche riportano ad una fase di escavazione alto medioevale.
Si ha notizia che il 15 settembre 1464 Giacomo Faccipecora, feudatario di Palagiano, e Stefano Domini Roberti, feudatario di Palagianello, sottoscrissero un concordato sulla fida degli animali nei territori dei due Comuni.
Palagianello, infeudata ai Domini Roberti prima del 1464, successivamente passò ai de Ribera nel 1633, i quali furono feudatari fino al 1669, anno in cui morì senza eredi Maria de Ribera; dopo un periodo in possesso del Regio Fisco passò ai Caracciolo marchesi di Santeramo e Cervinara i quali, dal 1671 come fittavoli e dal 1678 come proprietari, furono feudatari di Palagianello fino a quando, con la legge del 2 agosto 1806, la feudalità venne abolita.
Nel 1807, con il riordino delle circoscrizioni seguite alla legge del 19 gennaio 1807, per motivi demografici Palagianello divenne Comune aggregato e poi frazione di Palagiano.
Dopo una lunga battaglia separatista nel 1907, Palagianello ritornò ad essere Comune autonomo.
Divergenze sorgono nella spiegazione del nome di Palagianello.
Alcuni ricordano un Gentilizio Palavius, donde Palavanum, nomi ben noti nell’onomastica romana. Si ha inoltre menzione di questi paesi già nell’alto Medioevo. Non può sfuggire la concordanza interpretativa del Coco, del Coltella (Palavianus) e del Putignani ( Rus – Palagi – Palagi – Anus) sull’origine rurale dei casali e dei paesi del Salento, e sorti a seguito della diffusione del latifondo durante il periodo romano, i cui nomi hanno radice gentilizia, patrizia o legionaria, seguiti dal suffisso anus. Infine, poiché si propende a dare una connotazione rurale al nome Palagiano, non bisogna dimenticare che esso oltre ad essere poco lontano da Taranto, fu dominato dai Bizantini fino ad epoca normanna, per cui non v’è da escludere un’ascendenza greca che potrebbe risultare dall’unione delle parole Palaios – vecchio – e Nomos – Pascolo.
 
FONTE: testi e immagini da PUGLIA RURALE il territorio a ovest di Taranto tra Murgia, Gravine e Jonio.
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